Atm sosta selvaggia incagli rimozioni carro attrezzi

Nella città della sosta selvaggia poco più di 80 rimozioni al giorno

Crescono le infrazioni per i parcheggi irregolari, e salgono anche le ore perse per bus e tram bloccati. In viaggio con il carroattrezzi che dà la caccia a chi occupa le fermate Atm

Atm
Published in
7 min readApr 29, 2024

--

A Milano la lotta contro la sosta selvaggia è quotidiana, con circa 86 veicoli rimossi ogni giorno dai carro attrezzi. Nel corso di un anno, sono più di 30 mila le auto rimosse per essere parcheggiate in modo irregolare, bloccando fermate degli autobus, spazi per disabili e strisce pedonali. La polizia locale riceve la segnalazione dei cittadini e dà indicazioni alla centrale di Atm circa la posizione e la targa del veicolo da rimuovere. Sono migliaia le auto in soste vietata ogni giorni: il servizio di rimozione, fondamentale nella gestione del traffico, è gestito da Atm è attivo 24 ore su 24, con circa sei o sette carri attrezzi disponibili per turno di lavoro che operano in particolare per rimuovere i veicoli dalle fermate dei mezzi pubblici. Sono state ben 11mila i veicoli rimossi solo nell’ultimo anno.

Corsa a ostacoli di tram e bus tra gli incagli degli incivili

La maggior parte dei rallentamenti e delle deviazioni dovute a chi parcheggia male

Articolo di Ilaria Carra e Miriam Romano pubblicati su Repubblica edizione Milano il 29 aprile 2024

Un tram inchiodato in via Venini: due ruote di un’auto parcheggiata occupano i binari e lo bloccano. L’1 resterà fermo sette ore e dieci minuti, da tarda mattina al pomeriggio inoltrato. Dietro, code, ingorghi, altre linee deviate, disagi. E’ stato il caso record, lo scorso autunno, delle interruzioni dei mezzi pubblici di Atm per colpa della sosta selvaggia e distratta. Un fenomeno che è in crescita in città. Nel linguaggio tecnico dell’azienda di Foro Buonaparte si chiamano “incagli”. Sono quegli imprevisti, causa inciviltà, che mandano all’aria tabelle di marcia e obiettivi di rispetto delle frequenze di passaggio. Oltre a suscitare profonde arrabbiature e a mettere alla prova la pazienza collettiva.

Nel 2023 Atm ha dovuto gestire 2.760 eventi per interruzione di pubblico servizio, con una media di quasi otto interruzioni al giorno. Se 745 sono state causate da incidenti stradali “classici”, che comunque hanno avuto un impatto sulle rotte dei mezzi, 2.015 sono invece figli della sosta irregolare. Auto in curva, lasciate «due minuti poi torno», o parcheggiate per ore senza accorgersi che si sta intralciando. Il prezzo per della sosta selvaggia è salato: nel 2023 si sono perse in questo modo 1.436 ore di servizio, che sono 56 giorni, quasi due mesi di viaggi di un mezzo. Un fenomeno che peggiora, l’anno prima era andata un filo meglio: nel 2022 si erano perse 1.277 ore (53 giorni) e le interruzioni per i distratti-incivili erano state 1.900. Ora, di più. Specie nei weekend, tra le zone ad alta densità di traffico come i Navigli, Sarpi, Garibaldi, Porta Nuova. Ogni sosta che intralcia il passaggio costa in media 40 minuto di blocco al mezzo pubblico che si trova la strada ostruita. Ma rischia di costare caro anche a chi posteggia male. Da 100 a oltre mille euro di sanzione, a seconda della durata del fermo. «Gli effetti negativi della sosta irregolare vengono amplificati dalla presenza di vetture accodate, dall’interruzione di altre linee che passano per lo stesso percorso, dalle deviazioni della linea principale e dall’attivazione di bus sostitutivi — spiega Atm -. Sono elementi che vengono presi in considerazione per calcolare l’entità del danno da interruzione di pubblico servizio subito, che deve essere risarcito dal proprietario dell’auto o dalla sua assicurazione. Maggiori sono i tempi per la ripresa della circolazione, più alta è la multa. A questa si aggiunge la sanzione per sosta irregolare».

Per il personale Atm che si trova la strada sbarrata c’è un protocollo da seguire: il conducente costretto a fermarsi segnala l’accaduto alla sala operativa di superficie che raccoglie tutte le informazioni sulla causa dell’interruzione. Poi dalla sala viene mandato sul posto del personale e un accertatore del traffico per recuperare i dati — via, targa, veicolo coinvolto — e richiedere l’intervento del carro attrezzi per far rimuovere l’auto e dare la multa assieme alla polizia locale. Tutte le informazioni serviranno a quantificare il danno subito. Intanto, la sala operativa deve riprogrammare il servizio con eventuali deviazioni. In attesa che l’auto dello sbadato, incivile, imbranato, sia portato via e tram e bus possano ripartire.

Sul carroattrezzi a caccia di infrazioni tra una fermata e un banco del mercato

L’esultanza di chi vede sparire l’ostacolo e la rabbia di chi non trova più l’auto “Prima di portarlo via dobbiamo sempre fare le foto del veicolo”

Articolo di Miriam Romano pubblicati su Repubblica, edizione Milano il 29 aprile 2024

«Finalmente!». L’arrivo del carro attrezzi in via Castel Morrone è accolto con un’esclamazione dalle signore alla fermata del bus, costrette a fare uno slalom tra le pozzanghere per raggiungere la linea 60. L’autobus non può accostarsi alla pensilina perché un’automobile ha parcheggiato in divieto, proprio davanti alla fermata. «Ma come si fa a parcheggiare in questo modo?», dicono le signore salendo sul bus. Del tutto diversa, possiamo solo immaginare, sarà la reazione del proprietario della vettura quando tornerà sul posto e non troverà l’auto. La macchina in questione è una citycar. Una Volkswagen Up!, grigio metallizzato. Piccola, ma non così tanto non costituire un intralcio. In quella macchina il carro attrezzi si è imbattuto per caso. O quasi. E infatti uno dei mezzi che Atm impiega ogni giorno per controllare le fermate dei bus. L’accertatore ha la casacca arancione catarifrangente. Di fianco a lui un ausiliare della sosta, con marsupio e palmare alla mano. Con una manovra sapiente, il carro tutte le mattine esce dal deposito di viale Zara e svolta in direzione stazione Centrale. Cigola il braccio sul retro. Il rumore di ferro e ruote sovrasta quello del traffico. La pedana vuota crepita un po’. «Ora siamo leggeri», dice il conducente. Tutt’altro peso e tutt’altra attenzione, ci saranno da lì a pochi minuti, quando il carro dovrà ospitare sul retro l’utilitaria appena prelevata.

E’ un martedì e come ogni settimana il mercato di via Eustachi non fa sconti agli automobilisti che, per distrazione o indolenza, parcheggiano sul marciapiedi o sugli stalli destinati ai banchi del pesce o della frutta. Le giornate del carro attrezzi iniziano quasi sempre da qui. Dalle chiamate degli ambulanti che non riescono a disporre la merce perché il posto del proprio stand è occupato da un’automobile in divieto. E poco dopo l’alba che si interviene. Le braccia dei carro attrezzi afferrano le vetture, le trascinano via, liberando lo spazio occupato irregolarmente. Adesso, sono le dieci del mattino, via Eustachi passa indenne al controllo visivo degli accertatori e la prima vettura in divieto in cui ci si imbatte è proprio l’utilitaria in sosta alla fermata del bus. Sono passati appena 15 minuti di orologio da quando il carro attrezzi ha cominciato il suo giro per la città. Il traffico rallenta il percorso, un incidente in piazzale Bacone ha allungato code e reso interminabili i semafori. Una Panda, in sosta davanti a una fermata, si salva solo perché a causa del mercato settimanale, la circolazione del bus è sospesa in quel punto e devia nelle vie limitrofe. Ma poco dopo, al conducente dell’autocarro non sfugge l’Up. Mette la freccia a destra, osserva attentamente dagli specchietti retrovisori e gira, accostandosi alla citycar, che da lì a pochi minuti sarà sollevata da terra.

Il conducente scende insieme all’ausiliare. La prima cosa da fare sono le foto, «per testimoniare lo stato della vettura prima della rimozione», spiega Biagio Palermo, responsabile Operations park e rimozione di Atm. Quattro o cinque scatti che riprendono tutti i lati dell’auto. L’ausiliare intanto contatta la centrale operativa della polizia locale per comunicare la targa della vettura. Mentre le si agganciano le ruote anteriori, l’auto sobbalza. Ora è in pendenza sull’asfalto, obliqua e spenta. L’acqua piovana sgocciola dalle ruote bagnate. Priva del conducente, aggrappata al carro attrezzi. C’è chi la indica. Qualche passante che si ferma a sussurrare. Qualcuno che compatisce il malcapitato proprietario. Qualcun altro, invece, gioisce e si complimenta con l’equipaggio del carro attrezzi. I proprietari delle auto che vengono caricate sugli automezzi, si sa, sbiancano sempre di fronte alla visione della macchina portata via e non sono mai incontri piacevoli quelli tra i carro attrezzi e gli automobilisti in divieto di sosta. Impossibile non notare la manovra dell’automezzo che catalizza l’attenzione di via Castel Morrone. Ora il carro attrezzi mette la freccia a sinistra e ingrana la marcia. Si trascina la macchina per strada con il muso che guarda in alto, solo le due ruote posteriori della vettura a terra.

«Lasciare l’auto in sosta alla fermata di un mezzo pubblico, in prossimità di un incrocio, di un attraversamento pedonale, di un passo carraio, di lavori di asfaltature strada o in uno stallo disabili non avendone diritto, è particolarmente grave, pericoloso e scorretto -, commenta l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino, Marco Granelli.- Per questo i veicoli vengono rimossi dalla strada. Una procedura che nel tempo abbiamo reso più efficiente grazie anche al continuo contatto tra la centrale operativa della polizia locale e il gestore del parco carri, Atm».

--

--

Atm

Da 90 anni, Milano è la nostra missione. Questo è il profilo su Medium dell’Azienda Trasporti Milanesi.